
Poco fa, a “Mezz’ora in più”, il ministro degli affari esteri Antonio Tajani ha detto a più riprese che i “veri criminali” sono gli scafisti, sono quelli che intascano molto denaro per imbarcare 200 persone su uno scafo di 20 metri nel mare in tempesta. Si riferiva al naufragio di Crotone, i cui morti accertati sono al momento 58.
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Quasi ineccepibile, si può dire. Infatti è difficile questa volta, date le modalità del naufragio, imputare questo incredibile governo di xenoctonìa*, cioè della responsabilità dell’uccisione di persone straniere.
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Ugualmente, colpisce che questa sia la linea di difesa scelta da Tajani, perché di difesa si tratta, evidentemente. Io, che non mi sento personalmente coinvolto, orrore a parte, se non come cittadino (italiano e del mondo), direi, se interpellato in proposito, che c’è un’organizzazione criminale responsabile della tratta, dello sfruttamento di quei poveri fuggiaschi. Questi, direi, sono “criminali” e non “i veri criminali”.
Parlare di “veri criminali” davanti al Tribunale della Pubblica Opinione rappresentato da Lucia Annunziata è un po’ come dire «Signor giudice, sono innocente; ero lì, ero anche d’accordo, ma non l’ho ucciso io, è stato il tale, è lui il vero assassino». Sono un malvivente, insomma, ma non un assassino.
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Forse che intimamente Tajani non condivide la misoxenìa* del governo a cui partecipa? Forse che anche secondo lui quell’odio contro chi ha un’altra origine è un atteggiamento criminale, soprattutto in quanto palesemente strumentale e propagandistico?
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* Per il significato di queste parole, si veda: https://attentialciuco.wordpress.com/2023/02/22/xenomitico-razzismo-le-parole-per-parlarne/