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LESSICOME – La movida ai tempi del corona

La movida, si sa, è un fenomeno commerciale; come tale non si può abolire, altrimenti verrebbe meno il principio della Libertà di Guadagno che è alla base della nostra liberissima civilissima e occidentalissima Libera Civiltà Occidentale.

È anche un fenomeno di costume commerciale e, come tale, merita la nostra benevola e ironica indulgenza. Ma coinvolge una gran quantità di giovani e giovanissimi, perciò, come accade per i fenomeni sociali, ci costringe a parlarne perfino seriamente, talvolta.

Così succede che qualcuno pensi seriamente di cambiare le regole della movida.

Impresa ardua perché i giovani se le danno da sé, le regole, e senza preoccuparsi di scriverle, di solito.

Ma immaginiamo ugualmente una situazione in cui si cambino le regole del gioco: io dico ad alcuni ragazzi che a causa del rischio di contagio, poniamo, non possiamo più giocare a calcio all’aria aperta; perciò cambierò le regole. Per non distruggere finestre soprammobili e lampadari, la palla non sarà giocata con i piedi ma con le mani e dovrà essere lanciata in una piccola rete o in un apposito cestino.

Per giocare a football i ragazzi continueranno a usare i piedi. È ovvio, i ragazzi non sono mica ragazzi per fare quello che gli dico io, no? Ma forse accetteranno le nuove regole se gli proporrò di cambiare il nome del gioco, che potrebbe diventare, per esempio, pallamano o pallacanestro. Non è detto, ma può valer la pena di provare questo piccolo trucco cognitivo.

P.Monti, 1980: Madrid di notte. Esta noche todo el mundo a la calle – Civico Archivio Fotografico di MIlano

Ora scusate: se il modello della movida è la sfrenata, spregiudicata e anticonformista vita notturna spagnola degli anni ’80, cioè la manifestazione dell’euforia e della sete di cambiamento di un Paese che aveva terminato la transizione democratica ed era uscito definitivamente dall’oscuro terrore fascista, come possiamo pensare di cambiarne le regole fino a farne una sorta di movida dei collegiali in libera uscita?

Credetemi, non c’è nulla da fare. Inutile pensarci. Facciamo una cosa diversa piuttosto, partendo dal nome.

Io propongo covida, che ne dite?

Di attentialciuco

Genovese per sorte ma dotato di radici aliene, mi ritrovo a essere, per una serie di combinazioni, giornalista, counsellor, educatore professionale.
Nonostante ciò non ho molto da fare, perciò scrivo.

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